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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 21:10 
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Iscritto il: giovedì 15 maggio 2008, 15:58
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puo essere Roberto, che in alcuni casi ci siano dei particolari che possano far dubitare, come l'esempio della colorazione delle corna a cui si è riferito Gerry, ma temo che non sia comunque facile!

per esempio, la butto li, non so quanto sia vasta l'area dei cervi del parco di paneveggio, ma non potrebbe anche essere che se limitata, anche l'alimentazione, un po diversa e meno varia rispetto a cervi in ambiente libero, ove posono trovare piu varietà, posso infliure poi sulla colorazione delle corna ?? oppure ho detto una cavolata??


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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 21:19 
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Iscritto il: lunedì 19 maggio 2008, 10:52
Messaggi: 837
Località: Bologna
Anna Masiero ha scritto:
puo essere Roberto, che in alcuni casi ci siano dei particolari che possano far dubitare, come l'esempio della colorazione delle corna a cui si è riferito Gerry, ma temo che non sia comunque facile!

per esempio, la butto li, non so quanto sia vasta l'area dei cervi del parco di paneveggio, ma non potrebbe anche essere che se limitata, anche l'alimentazione, un po diversa e meno varia rispetto a cervi in ambiente libero, ove posono trovare piu varietà, posso infliure poi sulla colorazione delle corna ?? oppure ho detto una cavolata??

personalmente non ne ho idea, e' un'ipotesi interessante.

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Ciao
Roberto
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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 21:47 
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Tutto puo essere Anna ma penso sia piu un discorso di sfregamento su alberi giovani che all'interno del recinto mancano.......

Gerry

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MessaggioInviato: mercoledì 6 agosto 2008, 7:38 
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Iscritto il: sabato 17 maggio 2008, 13:48
Messaggi: 127
Anna Masiero ha scritto:
per esempio, la butto li, non so quanto sia vasta l'area dei cervi del parco di paneveggio, ma non potrebbe anche essere che se limitata, anche l'alimentazione, un po diversa e meno varia rispetto a cervi in ambiente libero, ove posono trovare piu varietà, posso infliure poi sulla colorazione delle corna ?? oppure ho detto una cavolata??


Io farei due ipotesi:
I palchi dei cervi sono ossa e quindi dovrebbero essere bianche o comunque chiare come tutte le ossa. Il fatto che diventino scure potrebbe essere dovuto al fatto (come ha detto Gerardo) che lo sfregamento contro le piante per togliere il velluto le impregna di tannini, sostanze scure che colorano le cortecce.
Oppure, se i progenitori del branco di Paneveggio sono pochissimi esemplari, può darsi che tutti si trascinino un carattere genetico che determina un colore chiaro dei palchi. Oviamente questa ipotesi può reggere solo se esiste un carattere che determina il colore chiaro o scuro dei palchi e se i progenitori avevano il carattere per palchi chiari.

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Ciao, Massimo :-)

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MessaggioInviato: venerdì 8 agosto 2008, 13:39 
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Iscritto il: mercoledì 23 aprile 2008, 21:25
Messaggi: 9488
Località: Valle di Fiemme - Predazzo (TN)
Il fattore "corna chiare" è riscontarbile praticamente in tutti i recinti controllati, di medio piccole dimensioni.

Dalla Germania, Austria, Italia......non è quindi genetica la differenza è o ambientale o alimentare.

Le carni delle trote di alelvamento diventano rosa perche usano mangimi che contengono, mi pare, gamberetti o loro scarti.
Questo almento fino a qualche anno fa poi se ora hanno trovato altri sistemi non lo so :?

Gerardo

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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: martedì 2 settembre 2008, 13:23 
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Iscritto il: martedì 2 settembre 2008, 10:29
Messaggi: 52
Località: Gorizia
Anna Masiero ha scritto:
Cio non toglie, che se mi trovassi in ambiente controllato, semi controllato, o difronte a soggetti confidenti, io non mi nego lo scatto,


Ciao a tutti,
mi inserisco in questo vecchio argomento - forse trito - con una domanda: cosa intendete comunemente con "ambiente controllato"? Oasi, riserve naturali, parchi?

So di luoghi - tipo Torrile o Racconigi - con animali molto "obliging" se non addirittura domestici - che fanno la felicità di molti fotografi e che producono foto invero bellissime ma molto poco "naturali" .. non è il mio genere, ma non nego il piacere di passare una mattinata da "laboratorio fotografico sul campo" .. lo stesso vale per il Bayerischer Wald credo ...

Il punto è che spesso si equivoca sul concetto di "ambiente controllato", includendo tutti i luoghi sottoposti a qualche tutela/gestione senza fare alcun distinguo. Spesso quando leggo di tempo sufficiente per controllare uno scatto effettuato in una riserva mi chiedo: ma che riserva è?

Il 70% dei miei scatti è effettuato in una riserva, ma - credetemi - non vi è troppo tempo per pensare, gli animali sono in genere per nulla confidenti (tipo cince della Val Engadina per intenderci) nè abituati ad essere foraggiati (tipo moretta di Caldonazzo).

I miei pomeriggi passati a cercare di fotografare una cannaiola offrono le stesse opportunità e richiedono lo stesso impegno sia che mi trovi in riserva che in laguna ... qual'è il metro da usare per definire un ambiente controllato o meno?
Che ci sia un capanno già esistente o che debba usare il mio igloo? Che ci sia uno staff a curare la gestione o che debba chiedere l'autorizzazione al proprietario del bosco/prato?
Mi rendo conto che fotografare ad es. in montagna comporti un approccio diverso (il faidate sembra essere d'obbligo), ma anche le foto in campagna o laguna sono altrettanto libere e onerose ...

Avrei piacere di leggere il vostro parere, anche per sentire una campana diversa ...

Ciao,

Massimo

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Massimo
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MessaggioInviato: martedì 2 settembre 2008, 14:15 
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Iscritto il: mercoledì 23 aprile 2008, 21:25
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Località: Valle di Fiemme - Predazzo (TN)
Per quanto mi rigurada Massimo, quando parlo di ambiente controllato penso a recinti, oasi o altro luogo ove gli animali sono divenuti ormai domestici e non hanno più praticamente paura dell'uomo......

Se poi il fotografo sta fuori dal recinto dei cervi come nel Parco naturale di Paneveggio o all'interno come all'Amiata o al bayerischer wald oppure anche non ci sono recinti ma gli animali vengono a mangiarti dalle mani oppure gli puoi arrivate a un metro ha poca importanza...........sono comunque ambienti dove l'influsso dell'uomo è stato tale da rendere non più selvatico quell'animale ed ha annullato qualsiasi difficolta di affivinamento e quindi fotografica.

Sono stato 2 volte al bayerischer wald e credo ci tornerò ma devo essere sincero, più che per fotografare linci o altro lo faccio per passare 2 o 3 giorni tranquilli, in un luogo dove non devo organizzarmi in niente perche conosco luoghi, alberghi e ristoranti.................passare quindi qualche giorno in compagnia facendoci 2 risate e qualche scatto senza doversi preoccupare di far piano o doversi alzare all'alba.

Ciao

Gerardo

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