Dico la mia:
secondo me ci sono piu aspetti da considerare e che fanno delle differenze.
l’aspetto fotografico, l’aspetto soddisfazione personale del fotografo, e chi sta osservando lo scatto.
L’aspetto fotografico:
secondo me, non ha nulla a che vedere con ambiente controllato, semi controllato, confidenza, libertà e chi piu ne ha piu ne metta,ovvero, se mi si sottopone uno scatto, lo guardo per quello che è, ovvero il risultato finale, e lo giudico per quello che è, sotto l’aspetto immagine: mi piace, non mi piace, mi emoziona, mi trasmette qualcosa, è perfetto, ha qualche difetto ecc…., quindi indipendentemente da tutto, per me che osservo uno scatto non fa nessuna differenza il dove fosse l’animale, ma cio che vedo al momento sulla foto che deve trasmettermi un qualcosa ( riassumendo : se lo scatto è bello e resta bello se lo scatto non è bello non lo è).
L’aspetto soddisfazione personale :
non c’è dubbio, che a livello naturalistico, ove i soggetti sono difficili ( per quanto riguarda la fauna), difficilissimi, quasi impossibili, fa si che per colui che scatta, in questo caso, le condizioni dell’animale, vadano ad incidere, è un conto uno scatto ad un animale dentro ad un recinto, un conto ad un animale confidente, e ben altro conto ad un animale totalmente selvatico, questo xche va ad influire sulle energie, fatiche, tempo, sconfitte e tutte le difficoltà per realizzare tale scatto, questi fattori per il fotografo fanno sicuramente variare la soddisfazione e il valore personale, per la realizzazione dello stesso.
(riassumendo : qui non sto piu giudicando la foto, ma il fotografo, quindi i meriti delle sue capacità)
Il chi sta osservando lo scatto:
Chi fa fotografia naturalistica ben conosce quali e quante fatiche ci possono essere dietro ad uno scatto, mentre chi non la pratica questa differenza non la comprende, ma sottolineo, questo discorso vale solo a livello soddisfazione personale, e non a livello qualita dello scatto, comunicazione dello scatto, documento dello scatto.
Per questo motivo, secondo me un fotografo naturalista, si pone il problema del dove, come ecc., rispetto a chi non fotografa o fa altri generi e non riconosce la differenza.
(riassumendo : il giudizio sullo scatto è un qualcosa di strettamente personale che nasce anche dal bagaglio dell’individuo- quindi il giudizio sulla scatto viene pesato in maniera diversa).
Personalmente, ho fotografato in ambienti semi-controllati (oasi) un paio di volte non di piu, quando ho inziato ad approfondire questo genere fotografico, oggi preferisco gli ambienti non controllati, questo probabilmente, xche fotografando per mia soddisfazione personale, mi da piu stimolo trovare difficoltà, affrontare sconfitte, ma in ogni caso, magari essermi passata una bella giornata in montagna ( la quale per me è e sarà sempre un luogo che frequento per passione e per ricarica di energia vitale!!, proprio non ne posso fare a meno….ho pure le crisi di astinenza, se non la frequento con una certa assiduità), la fotografia è passione personale anch’essa, e sinceramente, se un mio scatto agli altri non piace, proprio non riesco a prendermela, perche solo io so tutta la storia di quello scatto, non fotografo per piacere altrui, (ovvio che se piace anche agli altri non mi dispiace, al contrario mi fa molto piacere, perche evidentemente, sono riuscita a fermare qualcosa che trasmette cio che io in quell’attimo avevo davanti a me).
Fotografare in ambienti liberi, mi permette e mi obbliga ad approfondire ogni dettaglio, (abitudini, ambienti, caratteristiche ecc), quindi stimola ancora una volta ad la crescita personale, ed ad un arricchimento delle conoscenze, quindi altro aspetto positivo, che in abienti controllati, cio non è necessario avvenga.
Cio non toglie, che se mi trovassi in ambiente controllato, semi controllato, o difronte a soggetti confidenti, io non mi nego lo scatto, ma ne approfitto per cercare magari di realizzare uno scatto ( a livello fotografico), migliore, piu preciso, piu perfetto, perche sicuramente, avro delle percentuali maggiorni, in tempo per la realizzazione, per pensare l’inquadratura, scegliere lo sfondo ecc., magari e dico magari, il risultato fotografico potrebbe darmi comunque buone soddisfazioni, quindi perche non sfruttare la situazione e non prendere la situazione come un modo piu semplice per fare anche dell’esperienza??? Dal recinto si puo sempre passare all’animale libero, nulla ci impedisce cio, anche questo puo essere un buon motivo, per non negarsi uno scatto ad animali, in condizioni piu o meno controllate, o confidenti, proprio perche potrebbe invogliarci a seguirne in secondo tempo il soggetto in stato di libertà.
Io cerco di non pormi troppi paletti, o di farmi troppi pregiudizi, se esco di casa per stare nella natura, lo faccio per far del bene a me stessa, se porto con me la macchina fotografica, ( a volte nemmeno la prendo e poi mi perdo le occasioni!!), lo faccio per piacere mio, tutto il resto, per me a valore secondario.
Anna
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