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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 13:52 
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Rileggendo un mio vecchio posto ho ripensato ad alcune considerazioni.......

In pratica era la solita diatriba tra ambiente naturale e controllato e si parlava di obbligo o meno di riferire se l'animale era in cattività.

Poi ho visto la foto del Cedrone che ho postatonella sezione Fauna e mi sono chiesto :?

Quel Gallo Cedrone era un elemento definito "Pazzo", attaccava o comunque cercava di scacciare chiunque dal suo territorio e con chiunque intendo anche le persone.

Allora vi chiedo:

1) L'immagine è più bella o più brutta sapendo che l'animale era particolarmente confidente?

2) C'è quindi differenza tra fotografare una animale amichevole in natura o in ambiente controllato?

3) Quando guardate una bella foto di Volpe vi chiedete se è stata fatta in Valle d'Aosta (per intenderci una di quelle che vengono a mangiarti dalle mani) oppure valutate semplicemente l'immagine per quello che è?

E' indubbio che la stessa specie può comportarsi in maniera completamente differente, schiva e pronta a fuggire al minimo rumore in alcune condizioni e "affabile" e confidente a poche decine di Km di distanza.........

Cosa facciamo allora? dobbiamo cercare un certificato di selvaticità oppure cosa?

Personalmente ho già parlato di come vedo questo argomento, vorrei sentire cosa ne pensate ragionandoci assieme :)


Ciao

Gerardo

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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 14:18 
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Pur con le sfumature del caso io preferisco una foto non perfetta ma con un soggetto "importante" libero che una perfetta dello stesso soggetto in cattivita'.
Questa poi e' un caso intermedio di soggetto confidente ma comunque libero (caso simile la civettina capogrosso liberata), in questo caso la foto deve essere bella (e lo e') , sempre per i miei canoni naturalmente.
Credo che uscendo dai miei gusti :lol: il risultato finale sia quello che conti per la maggior parte delle persone, a prescindere dal soggetto.

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Ciao
Roberto
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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 15:58 
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Quello che mi ha dato da pensare Roberto, piu del solito discorso Controllato o meno è il fatto dell'animale "confidente".

Facciamo lesempio del Gallo Cedrone:

Un elemento selvatico non "Pazzo" (in Italia) è ciò che di più difficile, dalla mia esperienza, ci sia da fotografare per un Fotografo Naturalista.

Canta alle prime luci dell'alba in zone molto scure dove il sole arriva tardi, filtrando tra gli alberi.
Finisce il suo canto ben prima che il sole spunti sopra le montagne anche se ci sono casi e pochi giorni l'anno in cui contina a cantare anche a mattina inoltrata.

Di solito in arene con un numero cospiquo di individui, arene molto rare.

Avvicinarlo di notte è difficile e crea, allo steso tempo situazioni ridicole perche puoi muoverti solo nei 2 o 3 secondi finali della sua strofa di canto, ti fermi cosi come sei, magari con un piede mezzo alzato e aspetti la prossima strofa. Alla fine riesci persino a trovarti letteralmente sotto il larice del Cedrone senza che lui si sia accorto di nulla........ma da li a fargli una foto ne passa di strada.



Le foto che si vedono in giro sono al 99% di soggetti "confidenti".


Il Cedrone, ma gli altri animali?

Si scopre che le Volpi in Valle d'Aosta sono praticamente domestiche.

Che in alcuni laghi Svassi, Folaghe e Germani sono alla portata di una compatta e si possono fotografare senza nessuna difficoltà.

Si scopre che la Rara Moretta Codona è alimentata a suon di pagnotte da passanti e bambini e prende il cibo dalle mani.

Che le Nocciolaie, le cincie, i Picchi Muratori sono anchessi facili soggetti attirati dalle mangiatoie........nel noto sentiero svizzero.



Sono tutti soggetti "Confidenti" in ambienti naturali e se vogliono possono volare o fuggire perche non ci sono ne reti ne gabbie.



Detto questo come devo pormi di fronte alla foto di un animale?
Cercando di fare una critica costruttiva quali sono i parametri di cui dovrei tener conto?

Luce, coposizione, posizione del soggetto, inquadratura, colori, sfondo......

Personalmente di primo acchito la foto deve "Emozionarmi" poi cerco pregi e difetti ma quello del luogo o della confidenza è l'ultimo dei miei pensieri.

Gerardo

P.S. Intendiamoci non sono tipo da ambienti controllati e le poche volte che ci sono stato non ho avuto nessunissimo problema ad ammetterlo.

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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 16:19 
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Io, purtroppo o per fortuna, sono il cliente di me stesso.
So come ho fatto le mio foto e quali di queste mi hanno dato piu' soddisfazione; fin qui tutto facile.
Riguardo quelle degli altri spesso ragiono come se fosssero mie, un animale confidente o controllato si riconosce spesso anche se non dichiarato.
Si sa come si fanno certe foto.
Ammetto che questo modo di ragionare sia un mio limite e comunque e' un discorso sul quale si puo' cadere facilmente in contraddizione.

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Ciao
Roberto
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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 16:51 
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Come fai a riconoscere un animale confidente? :?

Capisco che se vedi un immagine troppo ravvicinata o troppo perfetta ti possa venire il dubbio ma dda li a essere sicuro.....

Premetto che fotografo principalmente per me stesso e che quando la foto piace a me tanto basta, se poi piace agli altri meglio ma non è essenziale.


Detto questo......

La soddisfazione personale, o le emozioni personali sono.....personali (scusa la banalità dell'affermazione)

Quando mostro una foto a qualcuno non posso sperare che capisca le difficoltà e quello che ho passato per farla.......non lo capiscono nemmeno i mie che mi vedono partire tutti i giorni figuraimoci un estraneo :lol:

Le persone che non praticano la Fotografia Naturalistica o che non conoscono intimamente il Bosco e i suo Abitanti non capiranno cosa ce dietro a una foto di un Gallo Forcello mentre lo capirà sicuramente Marco (qui il kink del suo racconto).

Marco può valutare un immagine del Gallo e farsi influenzare dai ricordi anche se l'immagine non è perfetta mentre il 99% delle altre persone vedranno solo l'immagine.

Personalmente valuto piu l'immagine in se stessa e se poi capisco che è fatta con animali confidenti gli cerco il minimo difetto........questo perche se è confidente il fotografo deve prevalere, l'inquadratura, la lcue e la posizione devono essere scelti ad arte........gli sbagli sono criticabili e non si può addure scuse.

Lo stesso discorso vale per le foto di Paesaggio, di Fiori o macro (parlo di foto di insestti dove si sa che il soggetto viene spostato/rimesso piu volte nel posto dove vogliamo fare il nostrro scatto).....in questi casi io tendo a essere ipercritico, sopratutto con le mie foto, perche se ce uno sbaglio di inquadratura luce o altro è colpa della mia superficailità o poca voglia al momento dello scatto......

Gerardo

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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 19:46 
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Dico la mia:

secondo me ci sono piu aspetti da considerare e che fanno delle differenze.

l’aspetto fotografico, l’aspetto soddisfazione personale del fotografo, e chi sta osservando lo scatto.

L’aspetto fotografico:

secondo me, non ha nulla a che vedere con ambiente controllato, semi controllato, confidenza, libertà e chi piu ne ha piu ne metta,ovvero, se mi si sottopone uno scatto, lo guardo per quello che è, ovvero il risultato finale, e lo giudico per quello che è, sotto l’aspetto immagine: mi piace, non mi piace, mi emoziona, mi trasmette qualcosa, è perfetto, ha qualche difetto ecc…., quindi indipendentemente da tutto, per me che osservo uno scatto non fa nessuna differenza il dove fosse l’animale, ma cio che vedo al momento sulla foto che deve trasmettermi un qualcosa ( riassumendo : se lo scatto è bello e resta bello se lo scatto non è bello non lo è).

L’aspetto soddisfazione personale :

non c’è dubbio, che a livello naturalistico, ove i soggetti sono difficili ( per quanto riguarda la fauna), difficilissimi, quasi impossibili, fa si che per colui che scatta, in questo caso, le condizioni dell’animale, vadano ad incidere, è un conto uno scatto ad un animale dentro ad un recinto, un conto ad un animale confidente, e ben altro conto ad un animale totalmente selvatico, questo xche va ad influire sulle energie, fatiche, tempo, sconfitte e tutte le difficoltà per realizzare tale scatto, questi fattori per il fotografo fanno sicuramente variare la soddisfazione e il valore personale, per la realizzazione dello stesso.
(riassumendo : qui non sto piu giudicando la foto, ma il fotografo, quindi i meriti delle sue capacità)

Il chi sta osservando lo scatto:

Chi fa fotografia naturalistica ben conosce quali e quante fatiche ci possono essere dietro ad uno scatto, mentre chi non la pratica questa differenza non la comprende, ma sottolineo, questo discorso vale solo a livello soddisfazione personale, e non a livello qualita dello scatto, comunicazione dello scatto, documento dello scatto.
Per questo motivo, secondo me un fotografo naturalista, si pone il problema del dove, come ecc., rispetto a chi non fotografa o fa altri generi e non riconosce la differenza.
(riassumendo : il giudizio sullo scatto è un qualcosa di strettamente personale che nasce anche dal bagaglio dell’individuo- quindi il giudizio sulla scatto viene pesato in maniera diversa).

Personalmente, ho fotografato in ambienti semi-controllati (oasi) un paio di volte non di piu, quando ho inziato ad approfondire questo genere fotografico, oggi preferisco gli ambienti non controllati, questo probabilmente, xche fotografando per mia soddisfazione personale, mi da piu stimolo trovare difficoltà, affrontare sconfitte, ma in ogni caso, magari essermi passata una bella giornata in montagna ( la quale per me è e sarà sempre un luogo che frequento per passione e per ricarica di energia vitale!!, proprio non ne posso fare a meno….ho pure le crisi di astinenza, se non la frequento con una certa assiduità), la fotografia è passione personale anch’essa, e sinceramente, se un mio scatto agli altri non piace, proprio non riesco a prendermela, perche solo io so tutta la storia di quello scatto, non fotografo per piacere altrui, (ovvio che se piace anche agli altri non mi dispiace, al contrario mi fa molto piacere, perche evidentemente, sono riuscita a fermare qualcosa che trasmette cio che io in quell’attimo avevo davanti a me).
Fotografare in ambienti liberi, mi permette e mi obbliga ad approfondire ogni dettaglio, (abitudini, ambienti, caratteristiche ecc), quindi stimola ancora una volta ad la crescita personale, ed ad un arricchimento delle conoscenze, quindi altro aspetto positivo, che in abienti controllati, cio non è necessario avvenga.

Cio non toglie, che se mi trovassi in ambiente controllato, semi controllato, o difronte a soggetti confidenti, io non mi nego lo scatto, ma ne approfitto per cercare magari di realizzare uno scatto ( a livello fotografico), migliore, piu preciso, piu perfetto, perche sicuramente, avro delle percentuali maggiorni, in tempo per la realizzazione, per pensare l’inquadratura, scegliere lo sfondo ecc., magari e dico magari, il risultato fotografico potrebbe darmi comunque buone soddisfazioni, quindi perche non sfruttare la situazione e non prendere la situazione come un modo piu semplice per fare anche dell’esperienza??? Dal recinto si puo sempre passare all’animale libero, nulla ci impedisce cio, anche questo puo essere un buon motivo, per non negarsi uno scatto ad animali, in condizioni piu o meno controllate, o confidenti, proprio perche potrebbe invogliarci a seguirne in secondo tempo il soggetto in stato di libertà.

Io cerco di non pormi troppi paletti, o di farmi troppi pregiudizi, se esco di casa per stare nella natura, lo faccio per far del bene a me stessa, se porto con me la macchina fotografica, ( a volte nemmeno la prendo e poi mi perdo le occasioni!!), lo faccio per piacere mio, tutto il resto, per me a valore secondario.

Anna


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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 21:25 
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Iscritto il: sabato 26 aprile 2008, 14:29
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Anna Masiero ha scritto:
Dico la mia:

secondo me ci sono piu aspetti da considerare e che fanno delle differenze.

l’aspetto fotografico, l’aspetto soddisfazione personale del fotografo, e chi sta osservando lo scatto.

L’aspetto fotografico:

secondo me, non ha nulla a che vedere con ambiente controllato, semi controllato, confidenza, libertà e chi piu ne ha piu ne metta,ovvero, se mi si sottopone uno scatto, lo guardo per quello che è, ovvero il risultato finale, e lo giudico per quello che è, sotto l’aspetto immagine: mi piace, non mi piace, mi emoziona, mi trasmette qualcosa, è perfetto, ha qualche difetto ecc…., quindi indipendentemente da tutto, per me che osservo uno scatto non fa nessuna differenza il dove fosse l’animale, ma cio che vedo al momento sulla foto che deve trasmettermi un qualcosa ( riassumendo : se lo scatto è bello e resta bello se lo scatto non è bello non lo è).

L’aspetto soddisfazione personale :

non c’è dubbio, che a livello naturalistico, ove i soggetti sono difficili ( per quanto riguarda la fauna), difficilissimi, quasi impossibili, fa si che per colui che scatta, in questo caso, le condizioni dell’animale, vadano ad incidere, è un conto uno scatto ad un animale dentro ad un recinto, un conto ad un animale confidente, e ben altro conto ad un animale totalmente selvatico, questo xche va ad influire sulle energie, fatiche, tempo, sconfitte e tutte le difficoltà per realizzare tale scatto, questi fattori per il fotografo fanno sicuramente variare la soddisfazione e il valore personale, per la realizzazione dello stesso.
(riassumendo : qui non sto piu giudicando la foto, ma il fotografo, quindi i meriti delle sue capacità)

Il chi sta osservando lo scatto:

Chi fa fotografia naturalistica ben conosce quali e quante fatiche ci possono essere dietro ad uno scatto, mentre chi non la pratica questa differenza non la comprende, ma sottolineo, questo discorso vale solo a livello soddisfazione personale, e non a livello qualita dello scatto, comunicazione dello scatto, documento dello scatto.
Per questo motivo, secondo me un fotografo naturalista, si pone il problema del dove, come ecc., rispetto a chi non fotografa o fa altri generi e non riconosce la differenza.
(riassumendo : il giudizio sullo scatto è un qualcosa di strettamente personale che nasce anche dal bagaglio dell’individuo- quindi il giudizio sulla scatto viene pesato in maniera diversa).

Personalmente, ho fotografato in ambienti semi-controllati (oasi) un paio di volte non di piu, quando ho inziato ad approfondire questo genere fotografico, oggi preferisco gli ambienti non controllati, questo probabilmente, xche fotografando per mia soddisfazione personale, mi da piu stimolo trovare difficoltà, affrontare sconfitte, ma in ogni caso, magari essermi passata una bella giornata in montagna ( la quale per me è e sarà sempre un luogo che frequento per passione e per ricarica di energia vitale!!, proprio non ne posso fare a meno….ho pure le crisi di astinenza, se non la frequento con una certa assiduità), la fotografia è passione personale anch’essa, e sinceramente, se un mio scatto agli altri non piace, proprio non riesco a prendermela, perche solo io so tutta la storia di quello scatto, non fotografo per piacere altrui, (ovvio che se piace anche agli altri non mi dispiace, al contrario mi fa molto piacere, perche evidentemente, sono riuscita a fermare qualcosa che trasmette cio che io in quell’attimo avevo davanti a me).
Fotografare in ambienti liberi, mi permette e mi obbliga ad approfondire ogni dettaglio, (abitudini, ambienti, caratteristiche ecc), quindi stimola ancora una volta ad la crescita personale, ed ad un arricchimento delle conoscenze, quindi altro aspetto positivo, che in abienti controllati, cio non è necessario avvenga.

Cio non toglie, che se mi trovassi in ambiente controllato, semi controllato, o difronte a soggetti confidenti, io non mi nego lo scatto, ma ne approfitto per cercare magari di realizzare uno scatto ( a livello fotografico), migliore, piu preciso, piu perfetto, perche sicuramente, avro delle percentuali maggiorni, in tempo per la realizzazione, per pensare l’inquadratura, scegliere lo sfondo ecc., magari e dico magari, il risultato fotografico potrebbe darmi comunque buone soddisfazioni, quindi perche non sfruttare la situazione e non prendere la situazione come un modo piu semplice per fare anche dell’esperienza??? Dal recinto si puo sempre passare all’animale libero, nulla ci impedisce cio, anche questo puo essere un buon motivo, per non negarsi uno scatto ad animali, in condizioni piu o meno controllate, o confidenti, proprio perche potrebbe invogliarci a seguirne in secondo tempo il soggetto in stato di libertà.

Io cerco di non pormi troppi paletti, o di farmi troppi pregiudizi, se esco di casa per stare nella natura, lo faccio per far del bene a me stessa, se porto con me la macchina fotografica, ( a volte nemmeno la prendo e poi mi perdo le occasioni!!), lo faccio per piacere mio, tutto il resto, per me a valore secondario.

Anna


......Anna.....sei un mito.....la penso esattamente come te.

ciaooooooooooo


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MessaggioInviato: giovedì 17 luglio 2008, 21:53 
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Il fatto che sia un piacere personale è indubbio e lo condivido.

Quello di non crearsi pregiudizi, per la valutazione di una foto , è anche condivisibile ma non molto realistico o perlomento molto difficile da realizzare.

Tantè che se mostro un immagine, non perfetta o diciamo solo buona, di un animale come l'Astore trovo il 99% dei fotografi che la elogiano per la bellezza, difficoltà, perche non lo avevano mai visto ecc ecc

Ma se vi dicessi che era un falco ammaestrato e che lo messo li apposta?
(non è cosi anche perche si vedeva nido e pulli ma facciamo finta)

Allora sono convinto che riguadereste quelle foto con occhio piu critico e i commenti diventerebbero altri.

Questo è il motivo per il quale giudicavo quei miei scatti e anche quello in volo del Tridattilo, "normali".

Perche personalmente che sia difficile o facile non mi importa, se la foto è bella rimane bella se è brutta rimane brutta.
Le belle le tengo, le brutte le cestino comunque, le normali le tengo ma farei meglio a buttarle (a meno che nonsia l'unica di quell'animale).

Se la foto è Brutta e il soggetto difficile non mi da soddisfazione come fotografo mentre manterrò nel cuore il ricordo di quel momento.

Non so sono riuscito a spiegarmi, non mi importa se l'animale era amichevole o meno l'importante è che lo sctto sia bello ed emozionante.



Ciao


Gerardo

P.S. ho tenuto una sola foto che ritengo veramente brutta ed è il primo scatto che ho fatto come fotonaturalista.....era un capriolo schiacciato contro un prato, con una luce orrenda e anche un po mosso o fuori fuoco :lol:

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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 11:19 
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Con Roberto ci siamo scambiato una Mail in cui si parlava del fatto di riuscire o meno a riconscere un animale in cattività o un falco da falconeria.

La mia non era una domanda provocatoria.......faccio un esempio, i cervi all'interno del recinto del parco di paneveggio hanno le corna di colore pallido mentre quelli fuori dal recinto, quelli selvaggi, hanno le corna di un marrone scuro.

Solo nel periodo delgi amori abbiamo notato, con Richi e Flavio, che i piu grossi scuriscono leggermente le corna, crediamo sfregandole su alberi o arbusti, forse è la resina che li sporca.....in ogni modo prima e dopo questo periodo sono pallidi.

Per i rapaci, a parte i laccetti non mi sono mai accorto di nulla, non saprei capire se sono selvatici o meno :?

Anche da qui alcune mie considerazioni.......come faccio a valutare una foto di una Poiana non sapendo se è stata scattata in libertà o grazie a un falconiere?

Non posso distinguere le due Poiane e allora giudico solo la foto, la posizione del rapace, la sua postura, il taglio della foto, la luce ecc ecc non ultimo l'ottimizzazione con il PC.

Se poi chiacchierando con il fotografo mi racconta che ha dovuto seguirla per mesi, alzarsi di mattina presto, stare in capanno per ore......riuscirò a capirlo benissimo come fotonaturalista, riuscirò a condividere il suo entusiasmo, a giori per la sua soddisfazione........ma il risultato della foto non cambia.

Se era bella rimane bella se era brutta rimane brutta.

Ciao

Gerardo

P.S. non preoccupatevi, dite la vostra senza problemi, per me discutere, confrontarsi e quindi ragionare anche attraverso le idee degli altri è fondamentale per poter progredire.............poi non è detto che non si possa cambiare idea, ci si potrebbe accorgere che quella degli altri è piu giusta ;)

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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 11:28 
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la poiana pi risulta non venga usata in falconeria per le sue caratteristiche (mi sembra nonsi addestri) .... ma questo e ' un altro discorso :D ... lo so lo so, era un esempio :D

comunque se ne deduce che una bella foto di poiana e', per ME, una bella foto di poiana ... :D

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Ciao
Roberto
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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 11:36 
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Nella falconeria la nostra Piana è vero che non viene usata, ma nei centri rapaci è un altra cosa ;)

Si possono trovare esemplari tenuti in cattività perche ormai non riescono piu a cacciare da soli.

Gerry

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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 11:59 
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Iscritto il: lunedì 19 maggio 2008, 10:52
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Gerardo ha scritto:
Nella falconeria la nostra Piana è vero che non viene usata, ma nei centri rapaci è un altra cosa ;)

Si possono trovare esemplari tenuti in cattività perche ormai non riescono piu a cacciare da soli.

Gerry

si', pero' li' vedi le penne messe male ... :(

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Ciao
Roberto
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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 12:33 
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Non è detto nemmeno quello, ho fotografato un Gufo Reale al centro recupero rapaci di Castel Tirolo di Merano, aveva l'ala sx a cui mancavano alcune penne ma quando virava dal verso opporto non si vedeva.

I rapaci, non utilizzati per le dimostrazioni, rinchiusi in gabbia, quelli si facevano pena........preferirei morire piuttosto :?

Gerry

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MessaggioInviato: venerdì 18 luglio 2008, 14:47 
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riconoscere un animale che non sia in libertà, credo che non sia cosi facile, a meno che sullo scatto ci siano segni evidenti e inequivocabili.


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Anna Masiero ha scritto:
riconoscere un animale che non sia in libertà, credo che non sia cosi facile, a meno che sullo scatto ci siano segni evidenti e inequivocabili.

lo so, non e' facile, ma spesso ci sono piccoli segni che te lo fanno capire.
Ps. ovviamente io spesso non sono in grado :D, non voglio passare per quelprofondo conoscitore di animali che non sono, dico solo che ad un occhio esperto credo si noti

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Roberto
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